Tra il Mare e le Montagne 

Ci troviamo immersi nel verde delle colline dei Monti Nebrodi tra il mare di Capo d'Orlando e le principali mete naturalistiche del Parco dei Nebrodi, a poca distanza dall'Etna, dalle Eolie, da Cefalù, da Tindari e da Messina 

La dislocazione collinare, oltre a far godere un clima davvero ideale per soggiorni riposanti e distensivi, consente di poter fare vacanze con la formula "Mare-Monti", ossia con puntate mattutine verso le spiagge libere o attrezzate di Capo d’Orlando e San Gregorio o di S.Agata di Militello, in un mare splendido ed azzurrissimo, per trascorrere poi i pomeriggi e le serate al fresco delle alture dei monti Nebrodi fra noccioleti, frutteti, uliveti e boschi.
Il sito consente facili escursioni verso le Isole Eolie (collegamento estivo da Capo d’Orlando e stabile da Milazzo), verso Cefalù, verso Tindari, verso l’Etna e Taormina, o per suggestive mete naturalistiche nel Parco dei Nebrodi (Rocche del Crasto, Lago del Biviere a Montesoro, Lago di Trearie, ecc.).
Inoltre tutti i paesi dell’hinterland nebroideo, quali Naso, Castell’Umberto, Tortorici, Mirto, Galati, San Salvatore di Fitalia, nel periodo estivo, programmano una serie di iniziative ricreativo-culturali fruibili gratuitamente (concerti, spettacoli, gare sportive, sagre dei prodotti tipici, Palio dei Nebrodi).

La proprietà entro cui ricadono le nostra casette (Casa JAZZO, Casetta NIDO e Antica Dimora "AL PALAZZO") si estende per svariati ettari. Il fondo è coltivato con pratiche biologiche (certificate dell'Organismo di controllo Sidel Certificazioni) ed e' caratterizzato prevalentemente da ulivi secolari di varietà minuta (Presidio Slow-food) da cui si ricava annualmente un olio extravergine d'oliva dal sapore intenso, fruttato e al tempo stesso delicatissimo.
Gli ospiti hanno a disposizione l'intera casa, e tutti gli spazi esterni adiacenti la casa con un ampio parcheggio.
In alcuni periodi dell'anno sarà possibile assistere ad alcune delle attività aziendali che mantengono ancora oggi i metodi di coltivazione e raccolta tradizionali, tramandati per secoli.

La natura del Parco dei Nebrodi

Il Parco dei Nebrodi è un'area naturale protetta istituita il 4 agosto 1993, con i suoi quasi 86000 ettari di superficie è la più grande area naturale protetta della Sicilia, uno dei parchi regionali più grandi d'Italia.
Oltre le bellezze naturalistiche e paesaggistiche offerte da ogni angolo del parco ed in particolare dalle principali mete già citate, lo stesso offre una straordinaria varietà di flora e fauna in alcuni casi rarissima e ai limiti dell'estinzione che in questa parte di Sicilia è possibile ammirare.

La flora all'interno del parco è molto florida e varia a secondo le altitudini, così fino ai 700-800 metri s.l.m., è possibile trovare i boschi sempreverdi di roverella e di sughera (Quercus suber) alternata a zone di macchia mediterranea che comprende specie quali l'Erica arborea, la ginestra spinosa (Calicotome spinosa), il corbezzolo (Arbutus unedo), il mirto (Myrtus communis), l'euforbia (Euphorbia dendroides), il lentisco (Pistacia lentiscus) ed il leccio (Quercus ilex).
La fascia vegetativa al di sopra di tali quote e fino alla quota di 1000–1200 m s.l.m. si trovano le quercete di Quercus gussonei, Quercus congesta e lecceti, mentre le aree non forestate sono occupate da arbusteti in cui si annoverano il prugnolo (Prunus spinosa), il biancospino (Crataegus monogyna), la Rosa canina, la Rosa sempervirens, il melo selvatico (Malus sylvestris), Pyrus amygdaliformis e Rubus ulmifolius.
Oltre i 1200 si entra nella zona propriamente montana dove sono insediate estese formazioni boschive a cerreta e a faggeta. È questo il limite meridionale dell'areale del faggio (Fagus sylvatica). Un altro elemento peculiare è rappresentato dalla presenza dell'acero montano (Acer pseudoplatanus), di cui è segnalato un esemplare alto 22 m e con 6 m di circonferenza, annoverato tra gli alberi monumentali d'Italia. Il sottobosco rigoglioso presenta svariate specie di piante tra le quali vi sono l'agrifoglio (Ilex aquifolium), il pungitopo (Ruscus aculeatus), il biancospino (Crataegus monogyna) e il tasso (Taxus baccata). 
Di particolare rilevanza è la presenza della Petagnaea gussonei (anche petagnia saniculaefolia), rarissima umbellifera che sembrerebbe aver superato il periodo delle grandi glaciazioni. 

Nel Parco sono state classificate circa centocinquanta specie d’uccelli, fra i quali alcuni endemici di grande interesse come la Cincia bigia di Sicilia ed il Codibugnolo di Sicilia. Le zone aperte ai margini dei boschi offrono ospitalità a molti rapaci come lo Sparviero, la Poiana, il Gheppio, il Falco pellegrino, e l'Allocco mentre le aree rocciose aspre e fessurate delle Rocche del Crasto sono il regno dell'Aquila reale e anche del Grifone recentemente reintrodotto dopo la sua estinzione in zona. Il Tuffetto, la Folaga, la Ballerina gialla, il Merlo acquaiolo ed il Martin pescatore preferiscono le zone umide, mentre nelle aree da pascolo non è difficile avvistare la ormai rara Coturnice di Sicilia, la Beccaccia, l'inconfondibile ciuffo erettile dell'Upupa ed il volo potente del Corvo imperiale. Tra l'avifauna di passo meritano d'essere citati il Cavaliere d'Italia e l'Airone cinerino (Ardea cinerea). 
Tra i mammiferi si segnala la presenza del suino nero dei Nebrodi, del cinghiale (Sus scrofa), della volpe (Vulpes vulpes), dell'istrice (Hystrix cristata), del riccio (Erinaceus europaeus), del gatto selvatico (Felis silvestris), della martora (Martes martes), della donnola (Mustela nivalis), della lepre (Lepus corsicanus), del coniglio (Oryctolagus cuniculus) e, anche se molto rarefatta, del ghiro (Glis glis), dell'arvicola di Savi (Microtus savii), del topo selvatico (Apodemus sylvaticus), del moscardino (Muscardinus avellanarius), del toporagno di Sicilia (Crocidura sicula), del mustiolo (Suncus etruscus) e del quercino (Eliomys quercinus).

Diversi e quasi infiniti sono poi i sentieri da poter percorre a piedi per gli amanti del trekking o le strade sterrate aperte alla circolazione per gli amanti del fuoristrada

Il mare di Capo d'Orlando

Capo d'Orlando è una delle maggiori mete turistiche della provincia di Messina: le sue spiagge e il suo lungomare chilometrico attirano ogni anno centinaia di turisti da ogni parte del mondo. Acque cristalline, spiagge variegate e lungomare senza fine, tutte di libero accesso e con alcuni Lidi ben strutturati per chi cerca il massimo comfort, docce gratis in tutte le spiagge ogni 100 m circa, facilità di parcheggio anche nei periodi più "caldi", insieme ad una variegata offerta di locali commerciali e gastronomici dove poter gustare ottimi piatti a base di pesce freschissimo o  dove poter provare l'ottima cucina dell'entroterra a base di carne, insieme a locali della movida notturna rendono questo tratto di costa siciliana, meno "battuto" rispetto ad altri più noti ai più, un dei luoghi migliori dove poter trascorrere le vacanze estive.

Luoghi assolutamente da non perdere sono il lungomare con la sua lunga passeggiata, affiancata da ciclabile, il tratto di costa che collega il paese con l'antico borgo di pescatori S.Gregorio, luogo unico in cui la bellezza della costa si intreccia con l'antico mestiere dei piccoli pescatori che ormeggiavano qui le loro barche e con la "dolce vita" degli anni '60 che nello storico locale della Tartaruga ha visto soggiornare tanti big del cinema e della musica, lasciando ad esempio in uno di loro, Gino Paoli, un ricordo tanto bello da aver ispirato una delle sue più famose e belle canzoni, "Sapore di mare".

Per gli amanti della cultura e della letteratura, da visitare assolutamente è Villa Piccolo, sede dell'omonima Fondazione, un tempo abitazione di Lucio (scrittore) e suo fratello Casimiro Piccolo (pittore) Baroni di Calanovella, cugini di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che era abitualmente loro ospite e che proprio tra quelle stanze scrisse parte del suo famosissimo romanzo, il Gattopardo.  Una menzione particolare merita poi l'annesso Cimitero dei cani con tanto di lapidi di marmo con incisi i nomi di ognuno di loro. I Piccolo infatti trattavano i cani che avevano la fortuna di vivere con loro al pari degli umani credendo nella reincarnazione, convinti che in essi ci fosse lo spirito di un qualche loro parente defunto. All'interno della Villa pregiate collezioni di vasellame quanto di alt

Per gli appassionati di storia e archeologia è possibile visitare le antiche Terme Romane di Bagnoli, annesse alla Villa del territorio di Agathirnum. Queste meravigliose terme sono costituite da otto vani e molto probabilmente sono state colpite dai due eventi sismici che hanno colpito la Sicilia tra il IV e il V sec. d.C. Presentano al loro interno i classici tre ambienti che componevano le terme (Frigidarium, Tepidarium,il Calidarium) e hanno pavimenti che presentano dei mosaici in tassellatum (tasselli in pietra e marmo).

Storia e folklore tra sacro e profano a Castell'Umberto

Il Paese di Castell'Umberto fa oggi parte della Città Metropolitana di Messina e rappresenta qualcosa di unico da un punto di vista storico e urbanistico per l'intero territorio nebroideo. L'attuale Castell'Umberto è infatti un centro urbano relativamente recente, risalente alla fine dell'800 - primi del '900, momento in cui in seguito ad una ampia e lenta frana, viene a poco a poco abbandonato il Vecchio Centro urbano, quello che allora era Castanìa (o Castanea di Valdemone, le cui origini si ipotizza per alcuni storici possano risalire ai greci che giunti sin qui impiantarono un loro primo accampamento e pertanto il nome deriverebbe dalla fusione di "Castrum Aenea" ossia "Accampamento di Enea"). Il nuovo paese sorge nell'attuale sito, più a monte del precedente, e a differenza di questo offriva maggiori sicurezze in termini di stabilità del pendio, in quanto posto praticamente su un falso piano del promontorio naturale, che si affaccia sulle Eolie, della fascia montuosa che dal mare si sviluppa verso l'interno. Nel 1865 si ha così il trasferimento ufficiale e il Comune viene ribattezzato Castell'Umberto in onore del principino Umberto I.

Oggi quindi, a differenza di tutti i paesini del circondario che mantengono il loro Centro Storico all'interno del tessuto urbano, di cui lo stesso in genere ne costituisce il nucleo con una viabilità costituita da viuzze strette (le cosiddette vanedde) inaccessibili con le auto, Castell'Umberto è invece un paese da spazialità diverse: luminoso e arioso ovunque, con una maglia viaria perfettamente regolare e a scacchiera.  Esso non si identifica come un paesino caratteristicamente antico, ma neanche, come si potrebbe immaginare, come centro modernissimo; la maggior parte degli edifici infatti è stata realizzata tra la fine del 1800 e i primi del 1900, molti sono realizzati per lo più con pietra a faccia vista nei cantonali o su tutti i muri e con portali d'ingresso con stipiti in pietra arenaria locale magistralmente intagliata. Le prime abitazioni, quelle più semplici, per lo più a 1 o 2 piani che  per prime furono costruite così da rispondere prontamente all'esigenza abitativa dei tanti che avevano perso la casa per via della frana, hanno comunque una loro gradevolezza e sono stranamente in puro stile piemontese. Ciò lo si deve al fatto che l'intero paese fu all'epoca ricostruito con il supporto tecnico e la supervisione di un architetto regio, l'Arch. Giuseppe Coppo, messo a disposizione dal Re Vittorio Emanuele II, su richiesta dell'allora Sindaco del paese, il Comm. Cesare Di Vincenzo (bisnonno del Titolare) che proprio durante il suo viaggio in treno lungo l'Italia sino a Torino, rimase colpito da quelle casette disseminate per la campagna piemontese, tanto da chiedere al Re, un architetto di sua fiducia per poter ricostruire il nuovo paese con tale forte caratterizzazione che avrebbe legato ancor di più i popoli nell'Italia appena costituita. E a suggellare maggiormente tale legame quanto la fedeltà al nuovo Re, l'Amministrazione Comunale, con il benestare della popolazione approvò il cambio di nome.

La vecchia Castania per lo più abbandonata e danneggiata dalla frana, è riuscita però in parte a resistere ed è rimasta pressoché intatta sino ad oggi; parte della cittadinanza  ha continuato ad abitare tale luogo che seppur ha assunto la connotazione di una frazione del Comune, ha sempre mantenuto il valore storico monumentale tipici di un antico Centro Storico urbano. Recentemente si sono poi realizzati alcuni interventi pubblici che hanno consentito il recupero e la rifunzionalizzazione di alcuni siti storici come l'ex-Convento dei Domenicani (oggi Auditorium), la Chiesa di S.Barbara con il suo bellissimo campanile, il Vecchio Frantoio Comunale, la Fontana pubblica che oggi  meritano assolutamente una visita per una passeggiata all'interno dell'antico borgo.
Eventi da non perdere sono la Festa del Santo Patrono S.Vincenzo Ferreri il 26-27-28 Agosto e il Palio delle Botti che annualmente si organizza in prossimità della Festa di S.Martino.

Address

Agriturismo "Don Cesarino" -
Az. Agr. Ing. Dario Di Vincenzo
Contrada Palazzo S.Giorgio, 1 - 98070 Castell'Umberto (ME)
Sicily - ITALY
P.IVA 05624490826


Contacts

Email: info@doncesarino.com
Phone: +39 0941 487067
Mobile: +39 333 7949602

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