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"Don Cesarino"

L'Agriturismo è intitolato alla memoria di mio padre Cesare Di Vincenzo, "Cesarino" per gli amici e "Don Cesarino" per la gente del luogo che così usavano rivolgersi a lui, esattamente come un tempo era consuetudine fare in Sicilia, in segno di rispetto quanto di affetto verso chi meritava.

Discendente da una facoltosa ed antica famiglia di agricoltori fortemente radicata nel territorio, Cesarino era ben conosciuto sui Nebrodi, in Sicilia e in Italia per il suo impegno a difesa dell'Ambiente e dell'agricoltura tradizionale e per la forte passione letteraria.
Fu per diversi anni Presidente dell'Unione Provinciale Agricoltori di Messina e Presidente Regionale di Confagricoltura Sicilia, diventando un punto di riferimento per gli agricoltori dei Nebrodi e della Sicilia tutta, sino alla sua dipartita avvenuta improvvisamente il 03.05.2007.

Nel solco della tradizionale familiare, Cesarino ha improntato la sua vita e il suo impegno politico e sindacale sempre e soltanto come "servizio" per gli altri, specie per i più deboli e bisognosi. Libero da qualsiasi logica di appartenenza, ciò che è riuscito a raggiungere e fare è sempre stato frutto unicamente delle sue capacità e competenze, quanto delle sue doti umane che lo facevano sentire parte e "voce" di tanti che non riuscivano ad avere una voce capace di farli sentire. Per questo, forse, la politica "dei piani alti", pur riconoscendone le qualità, non gli ha mai concesso nulla, riservando, come spesso accade, i ruoli istituzionali che contano a chi, spesso senza alcuna competenza o preparazione, è invece malleabile e disponibile a rispondere a certe logiche.

Per i suoi meriti e per il suo impegno sociale e sindacale, profuso durante tutta la sua vita, sempre e solo al servizio degli interessi che rappresentava e per le cariche pubbliche ricoperte, il Presidente della Repubblica il 02.06.2007 gli ha conferito i titoli di Cavaliere e di Ufficiale della Repubblica Italiana, consegnati ai figli Dario e Paola.

La passione per l'informatica e l'amore per la "terra".

Classe 1939, dopo la prima infanzia trascorsa a Sinagra (ME), suo paese natio, si forma prima presso i Salesiani al Collegio S.Luigi di Messina (uno dei migliori della Sicilia) e poi al Politecnico di Torino, dove si iscrive in Ingegneria Mineraria e frequenta i primi corsi per programmatori tenuti dall'IBM sviluppando una passione per la logica e per quella nuova materia, l'Informatica, che ancora pochissimi conoscevano. E' così che partecipa e vince uno dei primi Concorsi per "programmatori" indetto dalla Cassa Centrale di Risparmio Vittorio Emanuele (C.C.R.V.E.), poi Sicilcassa s.p.a, che dopo la Banca d'Italia è tra le prime banche che inizia a dotarsi di un Centro Elettronico, il C.E.T.G.A., poi S.E.S.I. Ed è così che "entra" in banca ed inizia con quel primo sparuto gruppo di colleghi a lavorare per informatizzare processi e procedure in un settore dove allora avveniva ancora tutto unicamente tramite carta e anche gli odierni semplici e comunissimi Bancomat o i computer ad ogni sportello e ogni scrivania, ancora non esistevano ed arriveranno solo parecchi anni dopo proprio grazie al loro lavoro.

Parallelamente al suo lavoro non fa mancare il suo impegno nel mondo della rappresentanza sindacale, tanto in banca, dove da neoassunto nel 1965 costituisce la prima rappresentanza della Federazione Autonoma Bancari Italiani (F.A.B.I.), in cui rivestirà negli anni diversi ruoli a livello provinciale e regionale, quanto in agricoltura, con il suo proficuo lavoro in difesa dell'ambiente e degli interessi degli agricoltori grazie ai ruoli dirigenziali ricoperti in Confagricoltura. Assume inoltre per alcuni anni il ruolo di Vice-Presidente in seno al Consiglio Regionale dell'Economia e del Lavoro (C.R.E.L.). 

Nonostante abbia vissuto a Messina, a Torino e infine a Palermo non perderà mai il legame con la propria terra di origine, i Nebrodi, e al contrario del papà che aveva un po' trascurato la conduzione delle proprietà perché assorbito quasi integralmente dagli impegni politici, tra cui quelli di Sindaco di Castell'Umberto prima e Tortorici dopo, decide via via di recuperare e migliorare tutti i vari terreni agricoli che negli anni a poco a poco riusciranno ad essere divisi tra i vari eredi; il tutto dopo una delle cause ereditarie più lunghe d'Italia (155 anni di causa e circa 3 mc di carta bollata).

Riesce così a riportare al loro antico splendore, quello del periodo di suo bis-nonno l'Avv. Michele Di Vincenzo, alcuni fondi praticamente diventati boschi, come l'uliveto di "Gorna-Fraddovico", o parte del noccioleto di "Contura" e non manca di recuperare anche alcune delle ex-case coloniche presenti nei vari appezzamenti dell'azienda (distribuita a macchia di leopardo su quatto Comuni), e in altri successivamente acquistati da terzi; case che grazie a quanto da lui fatto prima e da me e mia sorella Paola poi daranno vita ai nostri due Agriturismi "Don Cesarino" e "Donna Cettina".

I tanti sacrifici fatti, le notti insonni a studiare sulle carte della divisione, i continui viaggi da Palermo (dove vivevamo) per S.Giorgio per seguire i lavori in campagna quanto quelli di recupero e ristrutturazione delle case, il suo impegno sindacale in Confagricoltura a difesa di un settore spesso barattato dalla politica in favore di altri settori, in particolare quello terziario, non potevano che far nascere in noi, suoi figli, lo stesso amore per quei luoghi e per quella "terra" cui ci sentivamo e ci sentiamo sempre più legati, tanto per i cari ricordi di bambini quanto per tutto quello che crescendo abbiamo poi scelto di fare, continuando a camminare lungo quel solco che lui insieme alla mamma avevano iniziato a tracciare e che ci auguriamo possa esser continuato dai nostri figli.

"La terra che abbiamo non è nostra, l'abbiamo ereditata dai nostri padri e l'abbiamo presa in prestito dai nostri figli"
(antico proverbio amerindio)

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a Messina con la divisa del Collegio salesiano S.Luigi.
Festa della Matricola - Caesar Canterinus in giro per le strade di Torino.
con il padre il Cav. Cesare Di Vincenzo a Bologna in Piazza Maggiore.
ad una mostra canina con il cugino Eduardo Lipari e i loro cani Remo (setter bianco e arancio) e Jack (segugio tedesco marrone).
all'Abbadessa in compagnia di sua cugina Rosalba
relazione ad un incontro di lavoro per il Centro Elettronico C.E.T.G.A. della C.C.R.V.E.
a Palermo nel suo ruolo preferito "in porta" per la squadra della C.C.R.V.E.
Palazzetto dello Sport di Capo d'Orando - Assemblea dell'Unione Provinciale Agricoltori di Messina, con On. Vincenzino Leanza, Sindaco Nino Messina, Capo Ispettorato di Messina Dott. Grasso.
con suo cognato Gioacchino Briguglio all'Abbadessa
entrambi con i loro immancabili Toscani
con Turi Nibali (qualche scalino più in alto)
la moglie Cettina con Remo III (setter bianco arancio)
All'Abbadessa con un cane dei pastori
La passione per la scrittura


L'Editore Armando Siciliano da Messina, nella presentazione del libro "Le Pietre Parlano", recentemente giunto alla sua 3°Edizione, opera prima di questo agricoltore "sui generis", in cui egli narra storie vere del suo hinterland e della sua famiglia, così lo caratterizzava:

"Cesare Di Vincenzo, nativo dei Nebrodi, dov'è fortemente radicato, ha operato nel management informatico e bancario e nel mondo sindacale. Si considera soprattutto un agricoltore dato in prestito per una lunga stagione agli host computers ed alle banche.
Da qualche anno, scaduto l'ingaggio, ha fatto ritorno alle radici e vive tra Palermo e Messina e le terre di Castania che si ostina a coltivare con metodi tradizionali, costringendo moglie e figli, con al seguito cane e gatto di casa, a frequenti spostamenti somiglianti a mezzi traslochi.
Ama la natura, il latino, la gente semplice, le belle donne, le vecchie auto, la poetica dantesca e quella dei cantastorie siciliani".

(dalla 4° copertina)


"A Castania le pietre parlano.

Ovunque, intorno, vedi pietre: pietre acconcie nella muratura delle case, grandi pietre ben solide e squadrate ai cantonali; pietre scalpellinate a far da stipiti agli infissi con archi tondi e chiave di volta o con archi a sesto ribassato, splendidi portali lavorati con estrema raffinatezza, pietre a comporre il lastricato delle strade.

Di pietra sono i muri a secco delle terrazze.

Pietre infisse con incise piccole croci per demarcare confini e croci di pietra sulle tombe; pietre cave per fontanili o per modesti truogoli, grandi mole di pietra per macinare o mole per affilare, pietre lavorate a bocciarda per grandi scalinate, pietre scolpite con arte e maestria per colonne tortili, paraste, architravi, capitelli ed altari. Pietre rifinite a facciavista per sobri rivestimenti di interni monumentali.

Parlano tutte, e raccontano di fatiche eroiche di intere generazioni impegnate a spietrare i suoli alluvionali per ricavarne coltivi, costruire muri, case, strade, chiese e conventi; parlano per ricordarti l'antica saggezza di un popolo operoso e geniale capace di plasmare con amore e perizia quest'umile materia dandole vitalità e risalto per riaverne beneficio materiale e godimento spirituale.

Spesso incontri enormi massi affioranti e talora lettiere acclivie intatte, o cave abbandonate che sembrano offrirsi per un nuovo impiego: eppure restano lì, invitanti e immobili, senza che nessuno le cerchi.

Le pietre sembrano mute, ed invece parlano. Se non riusciamo a sentirle, la colpa non è loro, ma certamente nostra ché non ne abbiamo ancora compreso il linguaggio.

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Address

Agriturismo "Don Cesarino" -
Az. Agr. Ing. Dario Di Vincenzo
Contrada Palazzo S.Giorgio, 1 - 98070 Castell'Umberto (ME)
Sicily - ITALY
P.IVA 05624490826


Contacts

Email: info@doncesarino.com
Phone: +39 0941 487067
Mobile: +39 333 7949602

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